Non ho conosciuto direttamente suor Maria Rosa, quando lei era in vita, eppure quando
ci ha lasciato avrei dovuto rendermi conto, non essendo più un bambino, dei segni
che questa creatura eccezionale aveva lasciato sul suo passaggio.
In casa mia infatti la sua vita e la sua capacità di soffrire in silenzio e di dedicarsi
agli altri con gioia era ben conosciuta.
La mamma, che di cognome faceva Pellesi come lei e conosceva il grado di parentela
della propria famiglia con quella della Bruna, era talmente consapevole della straordinarietà
delle vicende che caratterizzavano la vita di suor Maria Rosa da considerarla SANTA
anche quando era ancora in vita.
La mamma era devota e pregava molto ma non era bigotta e questa sua attenzione verso
la vita di suor Maria Rosa, questo suo presagire per la suora un futuro di Santità
mi lasciavano perplesso, tanto perplesso che con la morte, prima di Suor Maria Rosa
(1974) poi della mamma (1983), mi sono completamente disinteressato di queste vicende,
fin quando alcuni avvenimenti hanno evidenziato segni non trascurabili
Nella primavera del 2006, un Sabato, mentre con le mie sorelle mi preparavo a prestare
al papà gravemente infermo le cure dovute, arrivarono gli zii Fernando e Riccardina.
Il fatto non era eccezionale, in quanto di frequente gli zii venivano a trovare
il papà infermo. Quella mattina però zia Riccardina aveva deciso di rivelarci un
segreto, o meglio ancora di trasmetterci una preziosa informazione, per evitare
che questa importante notizia si perdesse nelle nebbie dell’indifferenza.
Ci raccontò che Nino Pellesi, amico di famiglia e per certi aspetti anche benefattore,
quando si recava da loro alla Caselletta, volgendo lo sguardo alla stanza che fungeva
allora da cucina nella loro casa esclamava: "Lì è nata la Bruna! Proprio in quella
stanza in cima alla scala".
Questo per me ha chiarito tante cose; prima infatti non riuscivo a capire come e
in quale casa fosse finito alla Caselletta questo ramo della famiglia Pellesi, originario
di Serra di Morano.
Raccogliemmo l’informazione scritta con testimoni e la inviammo alla Madre Generale
a Rimini.
Il secondo segnale nasce dall’incontro con le famiglie dei parenti diretti avvenuto
la quarta Domenica di Agosto del 2009, a seguito della messa celebrata dall’ArciVescovo
di Modena in onore della beata Maria Rosa. In quell’occasione mi avvicinò l’amico
dott. Mauro Fantini, Sindaco del nostro comune, al quale mi ero rivolto auspicando
che venissero assunte iniziative per far conoscere e celebrare la Beata Maria Rosa.
Voleva presentarmi alcune delle nipoti di suor Maria Rosa, le quali sostenevano
che non erano rimaste testimonianze attendibili su quale fosse la casa in cui aveva
abitato la loro famiglia alla Caselletta.
Ci recammo insieme alla Caselletta e capii che, se fosse nato un progetto credibile,
si poteva contare su di loro.
Il terzo segnale, non in ordine di importanza, si manifesta nell’apprendere, leggendo
notizie riguardanti la beata Maria Rosa, che la chiusura della causa di beatificazione
avviene esattamente il giorno del mio compleanno.
Mi sono sembrati segni troppo importanti per essere trascurati: segni che mi hanno
aiutato a compiere riflessioni profonde.
Il Signore ha voluto concedere a questa piccola valle il dono di una creatura capace
di intraprendere un cammino di SANTITA’ dedicandosi agli altri, senza lamentarsi
delle proprie incredibili sofferenze.
Se in questa nostra piccola e insignificante comunità parrocchiale di Morano hanno
potuto germogliare e maturare le radici cristiane e la fede della sua famiglia,
è impensabile che noi possiamo restare indifferenti.
Da queste riflessioni è nata l’idea dell’associazione costituita con l’assemblea
del 8 Novembre 2009 con lo scopo di
"Favorire la conoscenza, la devozione e promuovere
iniziative benefiche e solidali verso gli ammalati e i più deboli cui Suor Maria
Rosa dedicò la propria esistenza".
Il primo obiettivo che ci siamo dati è quello di mettere un segno di devozione nei
luoghi dove ha vissuto la "BEATA".
Parte in questi giorni la costruzione della cappella a "CASELLETTA di MORANO", luogo
di nascita.
Tutto è pronto anche per la costruzione di una "maestà" in località "CASA MEDIETTI",
dove la famiglia Pellesi si trasferì pochi giorni dopo la nascita della piccola
Bruna.
Poi, se il Signore lo vorrà, con l’aiuto della Beata Maria Rosa andremo avanti,
perseguendo gli scopi previsti dallo statuto.
Siamo già quasi 200. C’è posto per tutti: vi aspettiamo.
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Agostino Benassi
Presidente dell'Associazione
"Amici della Beata Maria Rosa Pellesi"
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